PRESEPE VIVENTE,
Tutto pronto per la 73^ edizione del Presepe vivente di Rivisondoli. In paese già da giorni c’è grande attesa per l’evento che, per la seconda volta dopo la sosta forzata conseguente alla pandemia, torna a celebrarsi nella sua interezza. Tante le comunità coinvolte in un’edizione caratterizzata dal gemellaggio tra Rivisondoli e la Città di Roseto: “Il mare e la montagna che si abbracciano in una gioiosa fraternità, in uno scambio di tradizioni nonché in un inno alla pace nel mondo”, afferma il sindaco di Rivisondoli Giancarlo Iarussi. E arriverà proprio da Roseto uno dei tre dei personaggi principali della Sacra Rappresentazione: Francesca Maria Neri, 17 anni, studentessa dell’istituto alberghiero di Giulianova, sarà la Madonna dell’Annunciazione. Ciò per rafforzare il legame tra mare e montagna, costa ed aree interne, progetto avviato lo scorso anno con la città di Atri. La Madonnina del Presepe si chiama Lisa Pantalone, 15 anni di Roccaraso, studentessa del liceo turistico di Castel Di Sangro. Il bambinello, ultimo nato del paese, sarà Liam Vittoria, di soli due mesi.
Altra importante novità riguarda il personaggio di San Giuseppe che sarà impersonato dal sindaco di San Giovanni Teatino Giorgio Di Clemente che già lo scorso anno aveva partecipato alla sacra rappresentazione come comparsa insieme ad una folta rappresentanza dei suoi cittadini.
Nei panni dell’Arcangelo Gabriele, Francesca Perilli, 18 anni di Rivisondoli, studentessa dell’istituto Agrario di Castel Di Sangro. Nel ruolo della regina Elisabetta, Maria Claudia Pio, 18 anni di Castel Di Sangro, studentessa del Liceo linguistico di Sulmona. “Da questo paese e dal presepe vivente deve partire un messaggio di pace affinché si spezzi la catena delle guerre”, afferma Don Daniel Cardenas, da anni vera anima della manifestazione. “È un Presepe che ogni anno si apre al mondo”- ha rimarcato il sindaco di Rivisondoli, Giancarlo Iarussi- “questa è la casa di tutti. La manifestazione deve servire per spegnere ogni risentimento con i valori della prossimità e della pace”.
Direttore artistico della manifestazione è il maestro Massimo Di Francesco, anche lui da anni, figura essenziale della sacra rappresentazione.
Questo il programma di giovedì 5 gennaio: si inizia alle 15,30 con la Santa Messa che si terrà nella chiesa San Nicola Di Bari, alla presenza del vescovo della diocesi di Sulmona-Valva Michele Fusco.
Si chiama Lisa Pantalone, 15 anni di Roccaraso, studentessa del liceo turistico di Castel Di Sangro. È lei la Madonnina della 73 esima edizione del Presepe vivente di Rivisondoli (L'Aquila) che si svolgerà il prossimo 5 gennaio alle ore 18 nella Piana di Piè Lucente. Come da tradizione i personaggi dell'antica rievocazione, (la prima edizione del presepe vivente si tenne nel lontano 1951), sono stati svelati nel giorno dell'Immacolata Concezione, al termine della Santa Messa, celebrata dal parroco don Daniele Cardenas. "È un onore impersonare la Madonna in questo evento antico"- ha commentato la giovanissima di Roccaraso. Il bambinello, ultimo nato del paese, sarà Liam Vittoria, di soli due mesi. A vestire i panni di San Giuseppe il sindaco di San Giovanni Teatino, Giorgio Di Clemente. Una novità di questa edizione. Francesca Maria Neri, 17 anni di Roseto degli Abruzzi, dell'istituto alberghiero di Giulianova, sarà la Madonna dell'Annunciazione. Ciò per rafforzare il legame tra mare e montagna, costa ed aree interne, progetto avviato lo scorso anno con la città di Atri. Nei panni dell'Arcangelo Gabriele, Francesca Perilli, 18 anni di Rivisondoli, studentessa dell'istituto Agrario di Castel Di Sangro. Nel ruolo della regina Elisabetta, Maria Claudia Pio, 18 anni di Castel Di Sangro, studentessa del Liceo linguistico di Sulmona. "Da questo paese e dal presepe vivente deve partire un messaggio di pace affinché si spezzi la catena delle guerre"- ha esordito il parroco nel corso dell'omelia. Non a caso, la prima edizione del 1951, fu realizzata come monito di riconciliazione e di ripartenza sulle macerie del secondo conflitto mondiale. "È un Presepe che ogni anno si apre al mondo"- ha rimarcato il sindaco di Rivisondoli, Giancarlo Iarussi- "questa è la casa di tutti. La manifestazione deve servire per spegnere ogni risentimento con i valori della prossimità e della pace". Direttore artistico della manifestazione è il maestro Massimo Di Francesco.
Il Presepe Vivente ha una lunga tradizione ed è una delle manifestazioni più note e rinomate in campo internazionale del nostro comprensorio. Nella convinzione che, proprio perciò, costituisca il volano per lo sviluppo turistico locale, come Amministratori attenti alle sorti del nostro Comune, puntiamo molto su questa Sacra rappresentazione, che cerchiamo ogni anno di rendere unica e irripetibile. Essa è, dunque, particolarmente importante per la nostra comunità; e per me ha un significato ancora più particolare: anch'io nel 1966 ho avuto l'onore di interpretare il ruolo del Bambinello per poi contribuire a conservarla in vita, prendendovi sempre parte come comparsa e indossando per dieci volte gli abiti regali di uno dei Re Magi. Né sono le sole ragioni per cui mi sento legatissimo a questo evento che è la storia del nostro paese, il paese in cui sono nato e cresciuto e che amo al di sopra di ogni altro.
Nell'intento di recuperarne la patina e lo splendore delle edizioni migliori, abbiamo deciso di cambiare le scene e di ampliarle, di invitare a Rivisondoli illustri personaggi della politica e del mondo dello spettacolo; e devo dire che sono molto soddisfatto del lavoro che siamo stati in grado di svolgere e delle novità apportate in queste ultime edizioni. Non solo i notiziari di ambito locale, quanto pure i maggiori e più diffusi quotidiani e perfino la Rai hanno dimostrato un crescente interesse per la manifestazione.
A partire dalla 56 edizione, che credo resterà nella storia per partecipazione e innovazione, siamo ogni anno collegati per telefono ai microfoni di radio Alberta, molto seguita in Canada e negli Stati nord orientali degli U.S.A., per spiegare le novità di questo evento così importante per la nostra Regione creando un ponte virtuale fra Abruzzo e America e, rendendoli partecipi, rafforziamo i legami degli emigrati con la loro terra d'origine. L'anno scorso, insieme al rappresentante della loro Associazione a Toronto, giunto a Rivisondoli per ammirarlo, abbiamo progettato di portare oltre oceano il nostro spettacolo della Natività.
Per ora, con una Madonnina proveniente da Greccio dove San Francesco realizzò il primo presepe vivente, ci apprestiamo a celebrare il 60° anniversario dell'evento, già pubblicizzato attraverso il manifesto in cui è riprodotto un quadro del nostro concittadino Arturo Cipriani.
Abbiamo, inoltre deciso di rimarcare questo importante compleanno assegnando a Cosimo Savastano, noto studioso ed autore di pubblicazioni in vari casi dedicate al nostro territorio, il compito di realizzare una quarta edizione, dopo averne già prodotto le prime tre, del volume sul nostro Presepe vivente in una veste grafica completamente rinnovata, la cui stampa è stata affidata alle cure dell'ottimo editore abruzzese Verdone.
Savastano vi ha dedicato tutto l'impegno non solamente completando le precedenti notizie e aggiungendo la descrizione degli ultimi dieci anni, quanto pure ampliando ed approfondendo sia le particolari circostanze da cui nacque e fra cui si concretizzò l'idea di Renato Caniglia sia il complessivo quadro delle vicende storiche di Rivisondoli e delle ragioni fra cui affonda le radici la nostra rappresentazione sacra.
Il mio auspicio è che l'impegno che ogni anno dedichiamo a questa manifestazione, in cui l'Amministrazione crede molto e attorno alla quale intende far ruotare la promozione turistica della nostra cittadina, ci permetta di far apprezzare sempre di più in Italia e di fare conoscere anche oltre oceano il Presepe di Rivisondoli.Presentazione a cura di Roberto Ciampaglia, Sindaco di Rivisondoli
Località di Storia e Tradizione
Fiore all'occhiello per gli appassionati della montagna.
La presenza dell'uomo durante la preistoria è dimostrata da strumenti litici ritrovati nel territorio comunale e da tratti di mura poligonali (oggi non più visibili) che furono rinvenute in località Serra Castellaccio. Non sono stati ritrovati reperti che possano attestare la presenza di un abitato in età romana. La prima citazione storica di esso risale solo al 724 ed è rappresentata da un cenno contenuto nel Diploma di Grimoaldo II duca di Benevento, che fa riferimento a un Rigu Sundulum. Tra la fine dell'XI secolo e l'inizio del XII, il paese andò acquistando la tipica fisionomia di borgo arrampicato, praticamente avvinghiato alla roccia, centrale rispetto alle aree coltivabili ed alle zone adibite a pascolo che tornavano ad essere decisive per l'economia ed il progresso sociale del luogo, il quale, finita l'epoca delle invasioni, cominciava di nuovo a fiorire grazie alla ripresa della transumanza. Il nucleo del borgo arroccato che sempre di più si sviluppò dal '300 in poi è ancora oggi evidente e presenta una struttura urbana raccolta, con edifici che s'affacciano su un sistema viario reticolare originario, fatto di stradine a scalinate che assecondano perfettamente il ritmo del pendio, e provvisto di un particolare tipo di cinta muraria (case a schiera). Nacque in quel periodo la primitiva ed ormai scomparsa chiesa parrocchiale di Santa Maria a Fonte o dell'Ospedale. Essa si ergeva di fianco all'albero della fonte, un olmo altresì non più esistente, che si riteneva prova dell'origine longobarda del comune, ed alla piccola ma monumentale fontana che oggi è l'unica superstite vestigia dell'antica parrocchia. La storia del paese continuò più o meno tranquilla durante i secoli fino agli albori del '700, in cui si consolidò anche l'Università, di tipo feudale (baronia), che appartenne ai Cantelmo di Popoli fino all'estinzione di questa grande famiglia. Il feudo venne poi alienato dagli eredi in via femminile di Giuseppe, l'ultimo dei Cantelmo, passando per lungo tempo da un "padrone" all'altro: prima ad Antonio Marchesano, poi a Pompeo Scala e da questi a Tarquinio Rosato che lo alienò a Fabrizio Mellucci originario di Capua il quale dopo averla acquistata nel 1623 per 18.000 ducati fu costretto a svenderlo ai Sardi di Sulmona, che governarono Rivisondoli fino all'epoca napoleonica. La tranquilla vita del piccolo centro venne però turbata dai terremoti del 1703 e del 1706, che determinarono il crollo della gran parte delle costruzioni; nonostante ciò la popolazione non si perse d'animo e ricostruì il paese dalle fondamenta, dimostrando una determinazione che si manifestò anche dopo il rovinoso incendio del 1792 ed il catastrofico terremoto del 1915. Un altro stravolgimento di non lievi proporzioni fu l'abolizione del regime feudale, che contribuì a liberare ulteriormente le forze produttive e l'intraprendenza della popolazione e a far virare l'economia della pastorizia transumante a quella della pastorizia stanziale, che favorì la nascita di un ceto di contadini e pastori agiati. Tra la fine dell'800 e l'inizio del '900 cominciò un'altra fase ancora, con l'inserimento sulla linea ferroviaria Sulmona-Isernia e l'arrivo di Re Vittorio Emanuele e della sua famiglia, che nel 1913 furono ospitati nell'elegante edificio ottocentesco dell'Albergo degli Appennini, attualmente conosciuto come Residenza Reale. La venuta dei reali contribuì a fare diventare Rivisondoli una delle più note stazioni sciistiche e favorì l'arrivo di sempre maggiori quote di turisti ed appassionati della montagna.
Ancora visibili le porte che consentivano l'accesso al borgo: la quattrocentesca Porta Antonetta e la porta nei pressi di Palazzo Sardi, nonché la cosiddetta Porta di Mezzo.
Eventi bellici e tellurici (come il terremoto del 1915) hanno cancellato per sempre molte evidenze storico-artistiche, ma hanno risparmiato tuttavia importanti testimonianze architettoniche quali il Palazzo Baronale, la bella e settecentesca chiesa del Suffragio e la chiesa di Sant'Anna; quest'ultima, restaurata nel 2013, è la cappella annessa al palazzo Baronale e internamente ospita un altare barocco in stucco.
Da ricordare inoltre, per la sentita devozione cui si rivolgono le popolazioni dell'altopiano, è il santuario della Madonna della Portella,la chiesa di San Nicola di Bari. Fra gli altri edifici di valore storico-architettonico vi sono alcune "case" settecentesche (Casa De Capite, Casa Torre, Casa Romito, Casa Caniglia, Casa Gasparri, Casa Ferrara, Casa Notar Grossi), caratterizzate da portali con elementi anche molto particolari, incorniciati da fregi in pietra finemente lavorata e in alcuni casi anche da "vignali", tipici pianerottoli con scala prospicienti l'ingresso, e da balconi e terrazzini che fanno registrare la presenza di accurati lavori in ferro.
La chiesa parrocchiale, dedicata a San Nicola di Bari, è in stile neoromanico e venne costruita nel 1931 in luogo della precedente. Esternamente, è caratterizzata dal campanile e dalla facciata, nella quale si apre un'ampia trifora; all'interno, presenta una pianta a croce latina, con tre navate, e sono visibili alcune decorazioni in stucco barocche nella cupola e, nei transetti, altari in marmi policromi.
La Galleria si compone di foto rappresentative degli scorsi eventi.
Selezionate con cura per una migliore visualizzazione e archiviazione storica.
Rappresentazione fotografica delle scene più importanti del Presepe Vivente.
Vengono esposte in maniera cronologica, tutte le scene.
Testimonianze storiche del passato e del presente. Dal lontano 1952 ad oggi, riproponiamo il nostro Presepe Vivente come atto di fede nel tempo.
Utilizza i numeri qui presenti, per eventuali contatti o chiarimenti riguardo l'evento. Per maggiori informazioni fare riferimento ai seguenti numeri informativi.
Uffici Stampa e Comunicazione OMNIA.
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